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Nonostante il nostro fisico ci sorregga e ci porti in giro tutti i giorni, poche persone si ricordano delle sue necessità se non quando, costretti dalla pesantezza o dal dolore, si vedono costrette a cercare un piccolo sollievo. E’ doveroso ricordare che i dolori, le infiammazioni o i disagi, avrebbero l’obbligo di essere considerati come “importanti segnali”, “campanelli di allarme” e, come tali, non dovrebbero mai essere sottovalutati o trascurati. Poi, se non “curati”, potrebbero arrivare ad essere fonte di dolori al punto da limitare persino il semplice camminare.

Quando i processi infiammatori e/o artrosici prendono il sopravvento (per lombalgia, borsiti, tendiniti etc.), costringono la persona ad assumere comportamenti sbagliati quali lo zoppicare, il trascinarsi, lo stravaccarsi sovraccaricando e utilizzando in modo inopportuno persino spalle e colonna nel tentativo di sopperire alla impossibilità di muoversi liberamente. Dato il tipo di vita frenetica che viviamo, l’alto livello di stress che subiamo ogni giorno, la mancanza di educazione all’auto-osservazione, quasi nessuno è così attento da saper cogliere i primi disagi del corpo o da poter osservare la propria postura per vedere se ci stiamo alterando nelle forme.

Quasi tutti prendiamo coscienza dei problemi quando ormai è un po’ tardi, quando una semplice infiammazione si è trasformata in dolore cronico per usura articolare, costringendoci a limitare i movimenti e, in alcuni casi, a “fermarci”.

I dolori acuti e i processi artrosici sono in grado di modificare la postura e la forma delle ginocchia: nel corso degli anni, anche da adulti, queste articolazioni possono “deformarsi”; ogni parte del nostro corpo, è collegata, attraverso muscoli e catene muscolari, a tutto il sistema posturale, dunque a tutte la altre articolazioni. Ogni articolazione quindi, è in grado di influenzare le altre, adiacenti o non. E’ utile specificare inoltre che il cervello, quale centrale di comando, gestisce tutto il sistema posturale in funzione delle informazioni che riceve da ogni parte del corpo attraverso diversi recettori: denti, articolazione temporo-mandibolare (ATM), occhi, pelle, orecchio interno (vestibolo), sistema digestivo/viscerale, piedi, etc. Quando anche solo uno di questi si trova in condizione di sofferenza, il Sistema Tonico Posturale (STP), cercherà di lenire tale sofferenza (come meglio può) mettendo in atto degli stratagemmi, degli “aiuti” (tensioni muscolari, spasmi muscolari, gesti, movimenti, etc.), proprio per alleviare il disagio delle aree sofferenti. Questi aggiustamenti antalgici, chiamati compensi, se da un lato “aiutano” la zona dolorante, dall’altro innescano un meccanismo di alterazione della postura che avrà nuove ripercussioni nel tempo, ma in altre aree del corpo. Non è raro infatti che si possano avere dolori alle ginocchia, alle braccia, al corpo in generale per colpa di compensi attuati dal STP nel tentativo di sfuggire ad una malocclusione, ad un dolore al collo o alla schiena, a problematiche viscerali, a una distorsione di una caviglia, etc.

Ogni dolore che il corpo manifesta è sempre espressione di una causa che l’ha provocato. Se non siamo in presenza di traumi diretti, diventa doveroso partire da un’ampia e globale osservazione della postura e quindi diventa essenziale cominciare a stare comodi durante le nostre tante ore passate da seduti – tra auto e ufficio, in media, oltre 10 ore al giorno – ed elaborare la strategia d’intervento più opportuna grazie a specifici esercizi e manovre di riequilibrio delle tensioni muscolari presenti. Si agirà quindi solamente attraverso il riequilibrio della Postura per ridurre ed eliminare il dolore, pur senza trattarlo direttamente. L’inizio di questo riequilibro, dopo aver svolto una attenta valutazione dei propri comportamenti posturali sia in piedi che da seduti, avviene grazie ad un comodo riposare durante la notte scegliendo un buon materasso ed una adeguata posizione, ad una attenta regolazione del sedile dell’auto che sostenga il busto del conducente, ad una seduta da ufficio che permetta di passare le “canoniche” otto ore senza gravare troppo sul nostro fisico.